Inizio turno, siamo chiamati in casa di riposo per un’ernia inguinale che gli infermieri non riescono a far rientrare, codice verde.
Carichiamo lo zaino sulla barella, percorriamo diversi corridoi mentre l’infermiere ci informa che la paziente ha ben 102 anni, arriviamo alal camera… e la nonnina non c’è! Dov’è finita? “E’ in bagno a fare pipì e a prepararsi”.
Aspettiamo qualche minuti, convinti di vedercela arrivare in sedia a rotelle… E invece dal bagno spunta una donna piccola piccola, magra, ben vestita, che con un salto “alla Fosbury” risale velocemente sul letto e ci fa “Oh, sono arrivati i dottori, prego visitatemi pure”.
Rimaniamo abbastanza interdetti, ma ha davvero 102 anni questa donna?
Le chiediamo di sistemarsi sulla barella, e lei tutta sorridente “Sì sì certo… ma come siete belli… guarda quanti capelli ha quel ragazzo, che invidia… vengo subito… ma come è comoda questo lettino” e così via.
Pressione perfetta, saturazione meglio di un adolescente, l’unico problema è l’ernia “Ma non fa tanto male sapete? Qui gli infermieri mi trattano benissimo, si mangia tanto ed è buono… Dite che c’è da operare? Allora facciamolo subito, io sono pronta eh!”.
Ridendo, cerchiamo di “tranquillizzare” (ma non è per niente spaventata) la signora: nessuno la opererà, soprattutto a 102 anni, farà solamente una visita in pronto soccorso.
Lei sorride, usciamo dalla casa di riposo, c’è il sole e lei inizia a cantare “O sole mio…”, poi ci confida che lei canta nel coro, e si diverte. Tutto il viaggio è un continuo chiacchierare: il lavoro che faceva, la vita in casa di riposo. E’ lucidissima, neanche un pò di depressione, dispensa pillole di allegria a tutti.
Penso che i casi in cui mi sia dispiaciuto lasciare un paziente in pronto soccorso e rientrare in sede si contino sulle dita di una mano, e questo è uno di questi. Arrivederci signora Angela, 100 di questi anni!