Nuove tecnologie al servizio della salute

In quasi tre anni di servizio ho portato in pronto soccorso tanti casi “strani”, ma strano come quello dello scorso turno mai.

Arriviamo in pronto soccorso per portare un paziente; mentre lo spostiamo dalla barella al lettino vediamo un pò di confusione attorno a noi: un paziente si è allontanato spontaneamente dal pronto soccorso, senza firmare… Svanito, scappato, tornato a casa: la guardia e alcuni infermieri lo cercano nei paraggi, dopodiché segnano l’allontanamento volontario.

Il nostro turno è finito, si ritorna verso la sede pensando già alla pizza… Ma a due chilometri dalla meta suona il telefono 118: “Ciao, tornate indietro, la persona che si è allontanata dal PS ha telefonato che vuole tornarci”.

Imprecazioni varie, giriamo indietro l’ambulanza e si va in un agglomerato di condomini popolari, poco distante dal pronto soccorso.

In un cortile troviamo ad attenderci l’ex-paziente, insieme ad alcuni parenti, ancora in pantaloni della tuta, canottiera, ciabatte e ago della flebo in vena. Sta fumando una sigaretta, ed è solo l’ultima di molte a giudicare dall’odore.

“Faccio fatica a respirare” ci dice; noi, con un pò di sarcasmo, suggeriamo di iniziare a spegnere la sigaretta, poi lo facciamo salire per prendere i parametri. Siamo pronti a ripartire per il pronto soccorso, quand’ecco la perla della giornata: “Mi prendete anche le borse?”.

Ci giriamo per vedere che borse avesse preparato: una borsa della spesa con dentro un pigiama, più una seconda borsa contente… Un televisore!

Allibiti chiediamo “Ma sono tutte e due sue?”, “Sì”… Carichiamo tutto e partiamo. Il signore era “scappato” dal pronto soccorso per tornare a casa e portarsi dietro il televisore… Immagino che fosse indispensabile per respirare meglio!

Pubblicità

100 di questi anni

Inizio turno, siamo chiamati in casa di riposo per un’ernia inguinale che gli infermieri non riescono a far rientrare, codice verde.

Carichiamo lo zaino sulla barella, percorriamo diversi corridoi mentre l’infermiere ci informa che la paziente ha ben 102 anni, arriviamo alal camera… e la nonnina non c’è! Dov’è finita? “E’ in bagno a fare pipì e a prepararsi”.

Aspettiamo qualche minuti, convinti di vedercela arrivare in sedia a rotelle… E invece dal bagno spunta una donna piccola piccola, magra, ben vestita, che con un salto “alla Fosbury” risale velocemente sul letto e ci fa “Oh, sono arrivati i dottori, prego visitatemi pure”.

Rimaniamo abbastanza interdetti, ma ha davvero 102 anni questa donna?

Le chiediamo di sistemarsi sulla barella, e lei tutta sorridente “Sì sì certo… ma come siete belli… guarda quanti capelli ha quel ragazzo, che invidia… vengo subito… ma come è comoda questo lettino” e così via.

Pressione perfetta, saturazione meglio di un adolescente, l’unico problema è l’ernia “Ma non fa tanto male sapete? Qui gli infermieri mi trattano benissimo, si mangia tanto ed è buono… Dite che c’è da operare? Allora facciamolo subito, io sono pronta eh!”.

Ridendo, cerchiamo di “tranquillizzare” (ma non è per niente spaventata) la signora: nessuno la opererà, soprattutto a 102 anni, farà solamente una visita in pronto soccorso.

Lei sorride, usciamo dalla casa di riposo, c’è il sole e lei inizia a cantare “O sole mio…”, poi ci confida che lei canta nel coro, e si diverte. Tutto il viaggio è un continuo chiacchierare: il lavoro che faceva, la vita in casa di riposo. E’ lucidissima, neanche un pò di depressione, dispensa pillole di allegria a tutti.

Penso che i casi in cui mi sia dispiaciuto lasciare un paziente in pronto soccorso e rientrare in sede si contino sulle dita di una mano, e questo è uno di questi. Arrivederci signora Angela, 100 di questi anni!