Che fibra ragazzi

Turno pomeridiano quasi finito, veniamo chiamati per una caduta in strada. Arriviamo sul posto, è il parcheggio di un discount, c’è una donna che si sbraccia e ci indica una macchina parcheggiata.

Scendiamo ad osservare, e vediamo una signora anziana, ben vestita come se andasse a messa, seduta sul sedile del passeggero: una rapida occhiata non ci mostra ferite alle gambe o alle braccia. Che cosa è successo?

La signora è andata in visita a casa di una delle figlie, che però aveva appena passato la cera sui pavimenti, ed è caduta due volte. Anzichè chiamare aiuto in casa, è scesa le scale e ha preso la bicicletta con l’intenzione di pedalare fino al negozio dell’altra figlia. Non riuscendo a salire sulla bici, la accompagna a mano con difficoltà finchè un automobilista di passaggio la vede, la fa sedere in auto e l’accompagna fino al negozio, dove chiamano i soccorsi.

“Signora dove ha male?”, e ci indica la gamba. Ci accorgiamo che la gamba sinistra è più corta della destra, e ipotizziamo subito una frattura di femore. Tra le altre, la nostra esperienza pluriennale ci ha insegnato una triste verità: quasi sempre quando una persona si rompe il femore, i parenti la metteranno seduta o, peggio ancora, sdraiata a letto. E’ inevitabile, si pensa di farle un favore a non lasciarla a terra dopo una caduta, in realtà non si fa altro che aumentarle il dolore quando arriviamo noi che la dobbiamo caricare e spostare.

Anche la signora in auto è problematica, infatti è seduta “correttamente” sul sedile (quindi con entrambe le gambe a bordo dell’auto) ed è anche in preda allo spavento. Decidiamo di infilare un lato della spinale sotto al sedere, di farla ruotare dolcemente di 90° e di farla scivolare fuori.

Ragniamo, parametri, carichiamo e andiamo verso il pronto soccorso.

La strada è piena di buche, la signora si lamenta per il male, noi cerchiamo di sdrammatizzare la situazione “Signora, ha avuto la forza di andare da dove è caduta fino al negozio in bici, cosa vuole che siano un paio di buche”, e anche la figlia che l’accompagna sorride.

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